martedì 29 giugno 2010
IL MONASTERO ZEN
Questo esempio di vita in un Monastero Zen, ci avvicina un po’ di più, in termine pratico, a quei
concetti e a quella cultura giapponese che hanno influenzato lo Zen Shiatsu e la Macrobiotica.
L’insegnamento Zen per i monaci avviene in monasteri dove per vivere si coltiva solo la terra. In un
monastero Zen il lavoro era fondamentale. C‘è sicuramente qualcosa di profondo che può
spingere giovane a voler dedicasi alla pratica all’interno di Monastero ma prima di poter entrare
deve seguire un addestramento molto severo. Prima di tutto farà conoscenza con un sacerdote del
Tempio. All’inizio saltuariamente e via via sempre più frequentemente, fino a poter trascorrere
qualche giorno all’interno del Tempio e poi per periodi sempre più lunghi. In questa fase il
sacerdote valuterà la su idoneità a diventare un novizio. Sarà il sacerdote a decidere se e quando
potrà entrare nel Tempio; da quel momento il sacerdote avrà una totale responsabilità e ogni diritto
sul giovane novizio e diventerà suo Padre nel Dharma : il Dharma è la Legge Naturale, la legge
cosmica, una legge universale che regola il funzionamento del mondo, vivendo in accordo con
questa legge è possibile porre fine alla sofferenza, giungendo alla liberazione.
La vita nel Tempio comincia molto presto, alle cinque del mattino. Incomincia con i canti dei Sutra:i
Sutra fanno parte di un insieme di testi sacri che vengono cantati dai praticanti Zen durante le
cerimonie. Poi la preparazione della colazione, la pulizia delle abitazioni, del giardino ecc. Tutto
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questo spetta al novizio. Avrà anche il tempo di frequentare la scuola o l’università e al ritorno
continuerà ad occuparsi di tutte le faccende anche la cura degli abiti fino al pasto della sera e solo
allora potrà dedicarsi agli studi, la giornata terminerà con il canto di un Sutra. Tutto questo tutti i
giorni. Dal momento che non avrà più il tempo per se il giovane novizio perderà piano piano il
proprio IO(che è un fascio di illusioni). Ci vorrà molto tempo prima che il novizio si renda conto che
quella è la sua vera vocazione e prima che il padre nel Dharma lo ritenga idoneo ad entrare in un
Monastero, anche degli anni. A questo punto dovrà affrontare l’ammissione che sarà una dura
prova e, in quel momento, potrà ancora deciderà se andarsene o restare. Lascerà il Tempio e, a
piedi, arriverà fino al Monastero. Questa prova dura una settimana e consiste nel rifiutare il novizio
perché ritenuto non idoneo alla vita dura del Monastero. Il novizio passerà giorni in pied chino in
avanti supplicante di poter essere ammesso. Passerà poi ancora altri tre giorni in meditazione
seduta dove non potrà ne muoversi ne grattarsi ne fare altro. Questo serve a superare l prova della
durezza e della paura. Imparerà a “sopportare l’insopportabile e a tollerare l’intollerabile”.Troverà la
capacità di mantenere la calma e l’equilibrio n ogni situazione. Verrà ammesso dopo aver
promesso di impegnarsi con tutte le sue forze e di abbandonare il proprio IO e sarà obbediente ai
superiori e agli anziani. Si terrà il colloquio con il Maestro che gli assegnerà il Koan. Il colloquio si
chiama “Sanzen”.Il Koan è sostanzialmente un quesito che il maestro assegna all’allievo al quale
spetta la soluzione che avverrà dopo lunghi periodi di concentrazione. E così per sempre. Questi
sono utili all’ottenimento del risveglio.
Le giornate trascorrono tra canti, meditazione, za zen (meditazione seduta), colloqui, pulizie varie
dei locali, del giardino ecc. e ancora meditazione. Esistono due pasti, uno del mattino, prima di
mezzogiorno e uno verso le cinque del pomeriggio che è chiamato “pasto medicinale”. E’ chiamato
così perché i realtà nelle comunità dei Monaci indiani era previsto un pasto solo ma in Giappone,
per necessità, in quanto il clima è più rigido, è stato necessario inserire questo secondo pasto
proprio per motivi di salute, che però è fatto con gli avanzi del giorno.
Questa è la vita all’interno di un Monastero. Può sembrare assurda o crudele ma in realtà questa
disciplina di obbedienza e dedizione è finalizzata a trovare la calma l’equilibrio e la comprensione.
La Via dello Zen si presenta come la scuola del cuore del Buddha e consiste nel seguire
l’indicazione e vedere nella Natura del proprio cuore. Questo non significa che si debba vivere
come un Monaco ma ci fa capire che la trasformazione può avvenire solo con la determinazione.
Una delle basi dello Zen è che bisogna mantenere il cuore vuoto. Senza una pratica quotidiana
non si possono avere risultati. La pratica non significa solo la meditazione ma mantenere questo
equilibrio in ogni situazione, questo permetterà di rimanere in armonia con ciò che ci circonda,
bello o brutto che sia. E un cuore vuoto permetterà di accogliere nuove riposte nuove verità. Se
non si ha questo valore spirituale non si può avere uno sviluppo interiore e ci si limita solo all'aspetto esteriore delle cose senza capirne il significato vero .
Tesi "Zen Shiatsu e Macrobiotica"
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